mercoledì 9 aprile 2008

Laguna di S. Gilla. Una vergogna tutta sarda


La laguna di Santa Gilla si trova nella periferia di Cagliari, praticamente esterna al tessuto urbano. Chi vive nel quartiere di “Is Mirrionis” potrebbe impiegare dieci minuti d’auto per arrivarvi, e potrebbe farsi una salutare passeggiata riscaldato dal bel sole di quest’Aprile. Tuttavia, utilizzare il condizionale non è una questione di forma, quanto un vero e proprio obbligo. In effetti, una domanda sorge spontanea: perché farsi una passeggiata presso la Laguna di Santa Gilla? Cosa dovrebbe spingerci a farlo, considerate le condizioni in cui versa tutt’ora?
Il termine “laguna” richiama valori paesaggistici e naturalistici d’alto pregio, e con un pizzico di fantasia si può immaginare una tranquilla camminata ammirando i colori riflessi nello stagno, con uccelli variopinti che svolazzano liberi e festosi sulle nostre teste. Bene. La Laguna di Santa Gilla è assolutamente lontano da tutto ciò, perché chi vi andrà si troverà di fronte ben latri scenari, determinati dal negligente atteggiamento delle varie amministrazioni che hanno governato il capoluogo della nostra isola.
“Il tramonto nella laguna di Santa Gilla è splendido.” Questa frase l’ho sentita pronunciare da diverse persone, e posso confermare considerando che vedo il tramonto sulla laguna dal mio terrazzo. Nonostante ciò io sono andato a curiosare, e da vicino le condizioni dello stagno sono assai diverse. Sacchi di spazzatura lercia in ogni angolo, pezzi arrugginiti d’autovetture, pezzi di plastica bruciata e consumata, alluminio facente parte di chissà quale orribile componete meccanica: in parole povere, degrado. Ho potuto toccare con mano, dunque, le disperate condizioni in cui si trova quella che “era” sicuramente una zona di grande valore. Si, perché a S. Gilla ci sono testimonianze d’insediamenti punici e romani, sono stati trovati dei reperti che documentano la presenza nientemeno che dei fenici. Sappiamo che nel periodo Punico ed in quello cartaginese, nella costa orientale della stessa laguna era presente un grandioso insediamento, con un porto molto importante per le relative relazioni commerciali col Mediterraneo.
Non solo, Santa Gilla è sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo una delle zone umide più importanti della Sardegna. Ai sensi della Convenzione di Ramar è stata considerata “zona umida d’importanza internazionale”. Come se non bastasse, la nostra cara laguna fa parte d’elenchi speciali, che dovrebbero tutelarla dall’inquinamento e dall’opera distruttiva di quell’animale bellico chiamato uomo. Un’opera iniziata nel lontano 1921, quando s’autorizzò la bonifica della laguna e l’insediamento di una salina, che fu attivata nel 1931. Per il trasporto del sale fu realizzato un inconcepibile canale navigabile che la collegava al Porto Commerciale di Cagliari, e furono notevolmente allargate le comunicazioni col mare per favorire lo smaltimento delle piene. Ciò comportò una prima alterazione dell’ambiente, che si aggravò brutalmente negli anni successivi.
Durante gli anni sessanta le industrie chimiche e meccaniche riversavano i loro scarichi velenosi proprio nella laguna, causando un vero e proprio disastro ambientale. In quel periodo, infatti, gli insediamenti industriali erano totalmente privi di qualsiasi sistema di depurazione, e possiamo facilmente ipotizzare il tasso di nocività contenuto in quegli scarichi. Tasso che continuava ad alzarsi a causa dell’affluenza del famigerato Rio Cixerri, scriteriatamente utilizzato per il dilavamento delle discariche minerarie. Inoltre diversi centri urbani (che sorgono nei pressi di Santa Gilla) riversavano i loro scarichi urbani proprio nella Laguna, contribuendo ad aggravare una situazione già ampiamente compromessa. Negli anni settanta lo stato della Laguna era talmente compromesso che si vietò addirittura la balneazione delle persone (certo, chi fa il bagno in quelle acqua non deve avere tutte le rotelle al proprio posto).
In Sardegna, la Laguna di Santa Gilla rappresenta uno dei peggiori disastri ambientali che si possano oggi documentare. In base alle ultime analisi effettuate, sembra che ci sia un lento miglioramento delle condizioni, con il ritorno di specie animali scomparse dalla zona già da diverso tempo. Nei siti internet dedicati al turismo si esaltano le bellezze dello Stagno di Santa Gilla… Che splendida sorpresa troveranno, i turisti che arriveranno ad ammirare le meraviglie della Laguna – Spazzatura!

Vincenzo D’Ascanio